Il IV elemento. Trattato sulla struttura del fuoco e indagine di Polizia Scientifica sulla dinamica degli incendi

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Il fuoco è un elemento affascinante. È stato a fianco dell’uomo sin dai primi passi della sua storia, portatore di un’ambivalenza mai risolta: fuoco fonte di calore e quindi di vita, ma anche di pericolo e di morte; portatore di una potenza preziosa ma anche minacciosa, tanto indispensabile quanto potenzialmente ingestibile.
Per chi lavora nella Polizia Scientifica, il fuoco è soprattutto quello della passione che anima ogni giorno lo svolgimento del proprio lavoro… ma il fuoco è anche quello degli incendi dolosi, delle bombe e degli attentati.
E dunque, oggi come agli albori della civiltà, è viva e attuale la necessità di comprendere il fuoco, di capire il suo linguaggio e la sua logica a volte indecifrabile, proprio come la lingua di una fiamma, che lambisce la nostra percezione e poi subito sfugge via.
Questo è dunque il senso del presente volume, che si propone come una grammatica del fuoco, una guida per comprendere le sue forme, le sue manifestazioni… ed in particolare per individuarne le cause, così da permettere all’investigatore di rinvenire le tracce di quegli autori di crimini che proprio del fuoco fanno il loro strumento di distruzione.
Ma il lettore di questo testo potrà comprendere, tra le regole non scritte, che il fuoco, come ogni elemento naturale, non è portatore di vita e neanche di morte: è semplicemente ciò che è, ed è compito dell’uomo saperlo rendere buono piuttosto che cattivo, attraverso l’assunzione della responsabilità delle proprie scelte e del modo in cui viene impiegato il proprio patrimonio di conoscenze, anche quelle che riguardano il fuoco.

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Descrizione

Il libro traduce l’esperienza professionale, maturata su casi reali, in un compendio sui metodi investigativi adottati nei casi di incendio.

L’autrice definisce e amplia le metodiche per la corretta lettura dei «segni del fuoco», ossia di ciò che resta dopo un incendio; in questo modo, delinea il ritratto della memoria del fuoco e, nello stesso tempo, del suo presente, passando attraverso alcuni incendi epocali affrontati con i primissimi rudimenti del metodo di investigazione scientifica. Metodo che impone il ricorso a procedure d’intervento che consentano di svolgere un’indagine rigorosa per risalire, mediante la conduzione di complessi esami chimico-analitici, alle cause che hanno cagionato la distruzione.
Per risalire alla dinamica che caratterizza ogni singolo incendio non bisogna inoltre dimenticare l’importanza dei modelli matematici da impiegarsi durante le ricostruzioni-simulazioni della così detta «scena del crimine».
Il condensato di tutte queste informazioni è quindi ricondotto all’investigazione forense attuata nel tentativo di decifrare i minuscoli dettagli e le impercettibili tracce lasciate dalle fiamme quando si chiude il triangolo del fuoco.

Antonietta Lombardozzi è nata a Loreto nel 1967. Laureata in chimica con una tesi sperimentale specialistica, si è dedicata all’attività didattica e alla ricerca conducendo studi chimico-fisici a carattere sperimentale.
Dal 1993 fa parte della Polizia di Stato. Svolge attività di formazione e di docenza per conto di università, Vigili del Fuoco, Esercito, Polizia di Stato, Scuole Interforze e Protezione Civile. Autrice di originali lavori tecnico-scientifici per il Servizio Polizia Scientifica di Roma, ha partecipato al gruppo di lavoro ENFSI «Fire and Physical or Gas Explosion» e frequentato la Scuola di Specializzazione in «Sicurezza e Protezione Industriale».
«Ombra» in gonnella della Polizia Scientifica, come Robert De Niro in Fuoco Assassino, cerca le tracce invisibili per ricostruire le cause degli incendi come è accaduto per il teatro «La Fenice» di Venezia, la «Cappella della SS. Sindone» a Torino, «Palazzo Theodoli» a Roma . Opera nella Fire Investigation ed è responsabile dell’area laboratori di indagini tecniche presso il Gabinetto Interregionale Polizia Scientifica di Torino.

Informazioni aggiuntive

Peso 0.9 kg
Dimensioni 17 × 24 × 3.5 cm
Autore

Lombardozzi Antonietta

Pagine

544

Formato

17 x 24

ISBN

9788888849225

Anno

2007

2 recensioni per Il IV elemento. Trattato sulla struttura del fuoco e indagine di Polizia Scientifica sulla dinamica degli incendi

  1. Raffaele Guariniello

    Sempre più ricco è il patrimonio di norme che nel nostro Paese impongono a privati e a enti pubblici di garantire la sicurezza nei più disparati settori: dalle macchine agli impianti e alle costruzioni edili, dagli ambienti di lavoro agli ambienti di vita, dalla sicurezza dei trasporti alla sicurezza antincendio. Sono norme che mettono a fuoco una nuova immagine dell’impresa: un’impresa che non è semplicemente chiamata ad attuare le misure di prevenzione e protezione, ma che prima ancora è tenuta ad acquisire e a diffondere la cultura della sicurezza.
    Oggi si fa un gran parlare di cultura della sicurezza. Tuttavia, nei fatti, quanta retorica. Effettivamente, la cultura della sicurezza può essere vissuta come una chiave di volta del sistema di prevenzione nei luoghi di lavoro.
    Spesso, però, la cultura della sicurezza è vissuta in maniera completamente diversa: come un comodo alibi, come un facile slogan, dietro cui nascondere una sostanziale inerzia nell’applicazione degli obblighi di prevenzione tecnica, organizzativa, procedurale.
    Consideriamo la valutazione del rischio d’incendio. È adempimento basilare in materia. Eppure, in quante imprese, questo adempimento è, sì, rispettato, ma soltanto formalmente. In quante imprese, il documento di valutazione del rischio incendio è materialmente redatto, ma a un’attenta lettura si rivela un documento insufficiente, incompleto, inadeguato.
    Altrettanto significativo è quel che accade per l’informazione e formazione dei soggetti esposti al rischio incendio. Tutti ne parlano, tutti ne decantano l’importanza. Ma troppo sovente l’informazione e la formazione si riducono a un rituale burocratico inutile, alla consegna di libretti e opuscoli che poi, magari, nessuno legge. La Corte di Cassazione ha da ultimo sottolineato un’esigenza. L’esigenza che l’informazione e la formazione siano realmente recepite; e, dunque, l’esigenza che non ci si limiti a fornire l’informazione e la formazione, ma che si accerti se l’informazione e la formazione siano concretamente assimilate. L’esigenza, si vuol dire, di una verifica dell’apprendimento.
    Stiamo vivendo nel nostro Paese un momento a suo modo appassionante per la sicurezza antincendio. Ma insieme quanti segnali inquietanti. Anzitutto sul piano normativo: basti pensare alle continue proroghe in tema di nulla osta provvisorio e di sicurezza antincendio negli edifici scolastici e nelle strutture recettive esistenti.
    Non meno dirompenti sono le carenze nell’applicazione concreta delle leggi. Nel settore della sicurezza antincendio, abbiamo norme potenzialmente avanzate. Troppo spesso queste norme restano scritte sulla carta. Paradigmatiche sono le carenze che indeboliscono il controllo degli organi di vigilanza sull’osservanza delle disposizioni di sicurezza. Si badi: l’attività degli organi di vigilanza è per più aspetti preziosa. Molto tuttavia resta da fare. Dobbiamo arricchire gli organici e la professionalità degli organi ispettivi. Dobbiamo premiare, non punire, gli ispettori che si prodigano nell’attività di vigilanza. Dobbiamo evitare ogni confusione tra l’attività di vigilanza e una sostanziale attività di consulenza. È pericoloso, è fuorviante e contrasta con la legge, consentire a soggetti impegnati nella vigilanza di svolgere contemporaneamente attività di consulenza. Ed è da scongiurare il fenomeno dei progetti di adeguamento alle norme antincendio che sono sostanzialmente inattuati.
    Più che mai pressante è una domanda: «Siamo sicuri che i soggetti operanti nel campo della sicurezza antincendio abbiano la professionalità necessaria per essere davvero in grado di esercitare le proprie specifiche attribuzioni? Siamo sicuri che non siano, in realtà, abbandonati a se stessi? Che cosa stiamo facendo per dar loro l’indispensabile capacità professionale?»
    Le pagine di questo volume si propongono di dare una risposta a queste domande.

    Raffaele Guariniello
    Procuratore Aggiunto Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino

  2. Nicola Cavaliere

    Il fuoco è un elemento affascinante. È stato a fianco dell’uomo sin dai primi passi della sua storia, portatore di un’ambivalenza mai risolta: fuoco fonte di calore e quindi di vita, ma anche di pericolo e di morte; portatore di una potenza preziosa ma anche minacciosa, tanto indispensabile quanto potenzialmente ingestibile.
    Per chi lavora nella Polizia Scientifica, il fuoco è soprattutto quello della passione che anima ogni giorno lo svolgimento del proprio lavoro… ma il fuoco è anche quello degli incendi dolosi, delle bombe e degli attentati.
    E dunque, oggi come agli albori della civiltà, è viva e attuale la necessità di comprendere il fuoco, di capire il suo linguaggio e la sua logica a volte indecifrabile, proprio come la lingua di una fiamma, che lambisce la nostra percezione e poi subito sfugge via.
    Questo è dunque il senso del presente volume, che si propone come una grammatica del fuoco, una guida per comprendere le sue forme, le sue manifestazioni… ed in particolare per individuarne le cause, così da permettere all’investigatore di rinvenire le tracce di quegli autori di crimini che proprio del fuoco fanno il loro strumento di distruzione.
    Ma il lettore di questo testo potrà comprendere, tra le regole non scritte, che il fuoco, come ogni elemento naturale, non è portatore di vita e neanche di morte: è semplicemente ciò che è, ed è compito dell’uomo saperlo rendere buono piuttosto che cattivo, attraverso l’assunzione della responsabilità delle proprie scelte e del modo in cui viene impiegato il proprio patrimonio di conoscenze, anche quelle che riguardano il fuoco.

    Nicola Cavaliere
    Prefetto Vice Capo della Polizia
    Direttore della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento di P.S.

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