Canti popolari del Monferrato. Strambotti, filastrocche e canti fanciulleschi, giuochi infantili e indovinelli. Studi

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Pubblicati per la prima volta nel 1870, per la seconda nel 1888, e su “La rivista europea” del 1874-75, i Canti monferrini di Giuseppe Ferraro tornano alle stampe in edizione completa.

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Descrizione

Il presente volume riproduce i canti raccolti da Giuseppe Ferraro in Piemonte e pubblicati in:
1) Canti popolari monferrini raccolti ed annotati da Dr. Giuseppe Ferraro della R. Scuola Normale Superiore di Pisa. Torino, Loescher, 1870, nel volume sempre indicata con (1870)
2) Nuova raccolta di canti popolari monferrini in La Rivista Europea,
a. V, vol. III, fasc. 2 (pp. 228-239), luglio 1874;
a. V, vol. IV, fasc. 1 (pp. 82-89), settembre 1874;
a. VI, vol. I, fasc. 1 (pp. 81-93), dicembre 1874;
a. VI, vol. I, fasc. 2 (pp. 311-321), gennaio 1875.
nel volume sempre indicata con (NR)
3) Canti popolari del Basso Monferrato raccolti ed annotati da Giuseppe Ferraro, Palermo, Pedone Lauriel, 1888, nel volume sempre indicata con (1888).
È inoltre aggiunta l’opera I Canti Popolari del Monferrato. Studi, che Ferraro pubblicò nel 1872 su La Rivista Europea,
a. III, vol. II, fasc.1, 1marzo 1872;
a. III, vol. III, fasc.1, 1 giugno 1872.
Tutti i testi sono riprodotti integralmente.
Ai canti è stata aggiunta la traduzione in italiano.
Note e aggiunte del curatore sono poste fra parentesi quadrate [ ].
Ai canti presenti anche in Costantino Nigra, Canti popolari del Piemonte, Torino, E.Loescher, 1888; Torino, Roux e Frassati, [1895]; Torino, Einaudi, 1957; 1967; a cura di di F.Castelli, E.Jona, A.Lovatto, 2009; Id. (a c. di), Vicenza, Neri Pozza, 2020, è stato aggiunto il rimando al titolo e al numero del canto, anche per quelli che precedono l’edizione di Nigra 1888.
La numerazione romana di canti, strambotti e altri componimenti è stata sostituita con la numerazione araba.
Una tabella riassume le concordanze fra i canti di Ferraro e di Nigra che coincidono per l’impianto narrativo o per le affinità testuali.

Ma che senso può avere, al di là dell’indiscutibile valore culturale dell’operazione, in anni in cui i giovani studiano l’arabo ed il cinese (l’inglese pare diventato ovunque lingua d’uso comune) riprendere la lettura dei canti monferrini? Sono componimenti frutto di una cultura popolare, di una visione del mondo e dei rapporti sociali oggi radicalmente diversi, ma non estranei a quel che siamo.
Per taluni aspetti paiono addirittura collegarsi alle ballate dei trovatori, con la “bella” ed il “gentil galant”, per altri ricordano le novelle del Boccaccio e le sue salaci descrizioni dei chierici che attentano alla virtù delle belle parrocchiane. Alcuni componimenti hanno valenza pedagogica e propongono vicende che dalla fantasia possono discendere nella realtà: “popolo che di osteria fa scuola” scriveva Piero Jahier, perché quando la scuola era privilegio di pochissimi la tradizione orale aveva una funzione educativa, per ricordare (soprattutto alle fanciulle) di mantenersi sempre sulla retta via, di non perdere l’onore. Alle canzoni, ai proverbi, alle filastrocche imparate dai vecchi era affidato il compito di insegnare quali difficoltà presenta la vita.

Il curatore

Laureato in Storia medie­vale Renato Ro­ma­gnoli è stato docente di Italiano e Storia nella scuola media inferiore e superiore: giornalista pubblicista, collabora con «La Nuova provincia» di Asti.
In occasione dei 120 anni della Società di mutuo soccorso “Fratellanza militari in congedo” di Asti e del convegno nazionale delle S.O.M.S., ha pubblicato il libro La fratellanza Negli anni successivi ha dato alle stampe: Cantine sociali e mercato globale. Quale futuro per la cooperazione vinicola (2006); Da undici a tremila – cinquant’anni di storia della CNA (2007); Cinquant’anni di cooperazione – la storia di Confcooperative Asti. (2007); Storia dei cavalieri delle Terre di Asti e del Monferrato (2012 ); 115 anni di cooperazione a Mombercelli (2016); Insieme per crescere, da tre Cantine un solo grande enopolio (2017).
È stato coautore di Tra sviluppo e marginalità – L’Astigiano dall’Unità d’Italia agli anni Ottanta del Novecento (2004); Dalla carità al credito – ricchezza e povertà ad Asti dal Medioevo all’Ottocento (2005) e di Asti e le sue guardie, storia della polizia municipale (2012).
È un appassionato estimatore della poesia e della canzone piemontese. Insieme all’interesse per la storia, ha sempre coltivato la passione per la cultura popolare e per il dialetto piemontese, che parla abitualmente.

 

Informazioni aggiuntive

Peso 0.9 kg
Dimensioni 15 × 21 × 1.2 cm
Autore

Giuseppe Ferraro

ISBN

9788899778293

Pagine

528

Formato

15 x 21

Anno

2024

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