Descrizione
Questi versi denunciano l’ipocrisia famigliare e l’ignoranza, il dolore materno di un legame reciso, ma anche l’impotenza della giustizia, che non riesce a proteggere i legami più profondi. A questo si aggiunge l’assenza dell’amicizia solida e coraggiosa fra donne, le quali tanto e bene potrebbero fare, le une per le altre. Oggi, a Torino, sono ancora possibili le storie di amara sopraffazione che colpiscono madri e figli: in questo caso, il figlio è subdolamente allontanato dalla madre e convinto all’odio, al rancore, alla rabbia e alla paura paterni. I padri protagonisti, malati e sterili, che per anni si esercitano a perfezionare la loro aggressione e la vendetta contro le donne, ancora esistono. Esistono e agiscono. Unici rimedi, per le madri, la poesia resistente e la cura.
Tiziana Catenazzo è docente di Lettere e giornalista. È madre di tre figli. Strenuamente e serenamente, affida alla parola l’analisi del vivere quotidiano, che non è mai conclusa e sufficiente, con il sapore-odore del privato che si annida nell’incavo degli occhi e il presente?inerte, eppure giovane e vivo, dei?giorni. Ama Bach e Dürer, le conversazioni irragionevoli e precipitose, le donne eleganti, il suo maestro Bárberi Squarotti, poeta, e la vita, quando gli eventi più inattesi e inversi tornano.
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